Roma, 10 marzo 2021 – L’Italia riparte dalle donne e dagli uomini della pubblica amministrazione: medici, infermieri, insegnanti, magistrati, forze dell’ordine, dipendenti delle amministrazioni centrali e di quelle periferiche.
A sancirlo è oggi la firma del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e della coesione sociale. Un netto cambio di passo, con una stagione nuova per le relazioni sindacali ed è significativo che questo avvenga con protagonista quel ministro, che nel 2008, ci definiva “fannulloni”. Si punta alla revisione dell’ordinamento professionale, attraverso il rinnovo dei contratti per il triennio 2019-2021 con la salvaguardia dell’elemento perequativo. Ma soprattutto viene superato il limite definito dall’art. 23, comma 2, del d.Lgs. 75/2017, che sostanzialmente elimina il tetto retributivo fissato al livello del 2016.
Nei nuovi contratti verrà disciplinato anche il lavoro agile, verranno messe a bilancio risorse aggiuntive per la revisione dei sistemi di classificazione del personale con la prosecuzione dei lavori delle commissioni paritetiche costituite presso l’Aran.
Attenzione al welfare contrattuale, con forme di sostegno alla genitorialità, forme di previdenza complementare e sistemi di premialità proporzionalmente legati al miglioramento dei servizi
Un accordo importante che si impegna a disegnare insieme la Pubblica Amministrazione di domani, motore per il rilancio del nostro Paese.
Il primo incontro tra parti sociali e il Ministro Brunetta è stato convocato per venerdì 12 marzo.
Clicca qui per visitare il sito UIL FPL Nazionale.
Clicca qui per scaricare il volantino sottostante.
Clicca qui per scaricare il testo completo dell’accordo sottoscritto (in bozza)