Mestre, 24 ottobre 2022 – Quando nel corso degli anni abbiamo denunciato il problema legato alle carenze del personale chiedendo di considerare la necessità di operare nell’ambito di una diversa programmazione in termini di fabbisogni, di eliminare i vincoli alle assunzioni operando un piano straordinario di occupazione e di incrementare le retribuzioni forse i legislatori nazionali e locali pensavano che “gridassimo attenti al lupo” – affermano Ivan Bernini, Mary Pallaro e Mario Ragno segretari generali di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL del Veneto.
Le cronache di queste settimane portano tutti a fare i conti con problemi reali che a questo punto richiedono di essere affrontati sia nell’immediatezza che per il futuro da parte del legislatore nazionale. Le dinamiche che stanno determinando “dimissioni” del personale dalle strutture pubbliche verso strutture private o, paradossalmente, la fuga dall’Ente pubblico per poi farsi riassumere dallo stesso Ente
attraverso contratti libero professionali richiedono che il legislatore nazionale, omogeneamente su tutto
il territorio nazionale, decida degli interventi. A meno che qualcuno non ritenga, e noi non siamo di questo avviso, che si possano ridurre prestazioni e volumi di attività nel servizio sanitario nazionale favorendo anche per questa via la privatizzazione del sistema salute.
Per il futuro avanzeremo le nostre proposte al Governo nel corso della manifestazione nazionale che
svolgeremo a Roma sabato 29 ottobre assieme anche ad altre organizzazioni sindacali del comparto della
sanità.
Nell’immediato riteniamo che il ricorso a libero professionisti nella garanzia dei LEA da parte delle Ulss e delle strutture pubbliche (Ipab incluse) con compensi “contrattati obtorto collo” dalle Direzioni – pena
l’interruzione di pubblico servizio – generi conflitto rispetto alle leggi vigenti in materia di intermediazione e interposizione di manodopera e, contestualmente, generi una emulazione che aggraverà la fuga di personale oltre che peggiorare le condizioni materiali e di lavoro dei dipendenti. I l tema non riguarda solo i medici specialisti ma anche il personale di comparto a partire da Infermieri e Operatori Socio Sanitari.
Le soluzioni “emergenziali tampone”? introdurre una norma che dica chiaramente che il valore economico del costo orario di qualsiasi rapporto libero professionale non può superare il costo del lavoro
di un dipendente. Diversamente accade quanto si sta verificando nei Pronto Soccorso: fatto l’accordo con
la Regione sui 100 €/ora per prestazioni dei dipendenti i liberi professionisti hanno cominciato a chiederne non più 100 ma 120. Al tempo stesso, e riteniamo che già nella prossima Legge di Stabilità debbano esservi le risorse, assumere la consapevolezza che serve incrementare le retribuzioni ed il lavoro nelle Pubbliche Amministrazioni.
Siamo anche convinti, per quanto questo possa piacere poco ai teorici del “libero mercato” e “della
concorrenza tra simili” che è oggi che serve un cambio di passo che affermi che la Salute non è disponibile al mercato e che è tempo di arrivare a un contratto di settore che tolga elementi di competizione sui salari, sui diritti e sulle condizioni di lavoro delle persone – concludono Bernini, Pallaro e Ragno.