UIL FPL VENEZIA

NEWS SANITA’

Venezia, 8 aprile 2024 – Questa mattina si è svolto un incontro con la Regione Veneto, alla presenza del Direttore della Direzione Risorse Umane Dr. Claudio Costa e dei suoi Collaboratori, per la definizione delle linee generali di indirizzo riguardante le modalità e criteri di distribuzione delle risorse legate alle prestazioni aggiuntive.

Com’è noto l’art. 1 comma 220 della Legge di Bilancio n 213/2023 prevede uno stanziamento complessivo di 80 milioni di € per remunerare le prestazioni aggiuntive per il Personale Sanitario del Comparto finalizzate al recupero delle liste di attesa, alla riduzione delle esternalizzazione e sulla base della carenza del personale.

Per la Regione Veneto, sono previsti 6.584.000€ per ogni anno nel triennio 2024-2026, che abbiamo definito vengano calcolate per il 25% sulla base della riduzione delle liste di attesa e per il 75% sulla carenza di organico.

“Siamo soddisfatti dell’accordo raggiunto – sostengono i componenti della delegazione della UIL FPL Francesco Menegazzi, Luca Molinari ed Edoardo Vanin – che da risposte immediate al personale sanitario del Comparto nell’applicazione di tale norma che auspichiamo possa essere disciplinata in modo più chiaro dal Contratto Nazionale per il quale sono appena state avviate le trattative in Aran.”

Questo accordo segue l’accordo della Dirigenza, firmato il 29 febbraio scorso, che stabilisce la quota di 100 euro per i Medici oltre alle definizione delle linee di indirizzo sulle materie oggetto di confronto regionale, così come stabilito dal CCNL 2019-2021 – clicca qui per leggere la news.

Per quanto riguarda le Asl della nostra provincia sono previste 771.224€ per la 3 Serenissima, corrispondenti ad un monte complessivo di quasi 15.500 ore, e 296.524€ per la 4 Veneto Orientale pari a poco meno di 6.000 ore.

“Abbiamo fortemente voluto che vi debba essere una rendicontazione puntuale nonché che la materia sia oggetto di confronto con le parti all’interno delle Aziende. – proseguono i sindacalisti – È stato concordata la quota di 50€ orarie, riservandoci di ridefinire la quota fino a 60€ una volta verificate le risorse utilizzate. Abbiamo concordato che il pagamento avvenga con la stessa periodicità del pagamento delle altre voci accessorie.”

Queste risorse non saranno utilizzate solamente per il recupero delle liste d’attesa, ma anche per assenze di personale. In considerazione del fatto che tale fondo, per norma di legge, è specificatamente dedicato per il personale sanitario (infermieri, personale della riabilitazione, personale tecnico di radiologia e laboratorio, etc…), la Regione si è impegnata ad avviare un tavolo per adeguare le quote anche per personale di altri profili (OSS, amministrativo, operatore tecnico, etc…).

Clicca qui per scaricare il testo dell’accordo. Di seguito la distribuzione del fondo nelle diverse Ulss e Aziende.


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Roma, 6 novembre 2023 – Con sentenza pubblicata lo scorso 3 novembre, il TAR del Lazio si esprime sulla illegittimità delle differenze tra i dipendenti pubblici e privati in materia di visite fiscali, accogliendo integralmente il ricorso proposto dal Sindacato UILPA della Polizia Penitenziaria.

Più nel dettaglio, i Giudici Amministrativi hanno deciso di intervenire sul decreto Madia-Poletti, il decreto n. 206 del 2017, sostenendo l’illegittimità della normativa che regolamenta le fasce orarie di reperibilità e le modalità delle visite di controllo per i dipendenti pubblici assenti per malattia.

Infatti, attualmente, il personale medico incaricato dall’Inps, può effettuare visite al lavoratore presso il domicilio indicato nel certificato di malattia, con un’importante differenza tra settore pubblico e privato. Ciò perché, se per i dipendenti pubblici, le visite possono avvenire tra le 9 e le 13, nonché tra le 15 e le 18, quindi complessivamente per 8 ore su 24; per ciò che concerne i lavoratori del settore privato, le fasce orarie valide sono decisamente più ridotte, poiché la visita fiscale può avvenire dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, per un totale di sole 4 ore.

Pertanto, il Tribunale Amministrativo del Lazio spiega che la mancata armonizzazione della disciplina delle fasce orarie di reperibilità ha, fra l’altro, determinato una disparità di trattamento del tutto ingiustificata fra i dipendenti pubblici e quelli del settore privato, considerando che un evento come la malattia non può essere trattato diversamente a seconda del rapporto di lavoro intrattenuto dal personale che ne viene colpito, ne è quindi derivata la violazione dell’art. 3 della Costituzione, non essendo rispettato il principio di uguaglianza. Il TAR ha altresì precisato che, stante l’effetto conformativo riconosciuto alla sentenza, nell’adozione del nuovo decreto non potrà non tenersi conto di quanto statuito.

La UIL FPL, in questi mesi, ha ripetutamente sottolineato l’esigenza di porre fine all’ ingiustizia che vede coinvolti i lavoratori pubblici, per questo, la UIL FPL saluta favorevolmente la pronuncia del Tribunale Amministrativo, che riconosce e sancisce il perseguimento necessario dell’eguaglianza di trattamento tra ambito lavorativo pubblico e privato, specificando che il prossimo decreto che regolamenterà la materia non potrà prescindere dalla suindicata sentenza del Tribunale medesimo. Fatte queste premesse, il provvedimento del TAR, ancora una volta, mette in luce le numerose criticità legale al settore pubblico, a causa delle quali i pubblici dipendenti risultano ad oggi lavoratori fortemente penalizzati.

(Fonte UIL FPL Nazionale)

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Mestre, 6 settembre 2023 – E’ un grido di allarme quello lanciato dalla UIL Veneto e dalla UIL FPL di Venezia sulla carenza dei professionisti infermieri, la cui professione ormai non è più appetibile.

I dati delle preiscrizioni ai Corsi di Laurea per l’anno Accademico 2023-2024 nelle due Facoltà di Medicina e Chirurgia di Verona e Padova sono assolutamente preoccupanti, ed è realmente a rischio la tenuta di tutto il sistema socio sanitario. Sono complessivamente 1984 i posti complessivi disponibili nelle 2 Facoltà di Medicina e Chirurgia di Padova – 1050 – e Verona – 604 ai quali si sommano i 150 posti di Trento e i 130 di Bolzano, ma i dati delle immatricolazioni come prima scelta sono davvero allarmanti.

“Lo scorso 4 settembre sono scaduti i termini per le preimmatricolazioni, iniziate a metà luglio scorso sono solo poco più di 800 le domande presentate all’Università di Padova come opzione di prima scelta pari a circa il 80%, come si vede dalla tabella – affermano Igor Bonatesta e Francesco Menegazzi rispettivamente Segretario Confederale UIL Veneto e Segretario Generale UIL FPL di Venezia – ma il fabbisogno risulta comunque sottodimensionato, poiché le esigenze di turn-over di infermieri per i prossimi anni ricomprende non solo la Sanità Pubblica, ma anche gli Ospedali Privati e le Case di Riposo, che sono al collasso”.

Peraltro questo è un dato in parte fuorviante, poiché non è garantito che tutti coloro che iniziano questo percorso di studi lo portino a termine vuoi perché si ritirano anzitempo, vuoi perché negli anni successivi, gli studenti provano ad iscriversi ad altri corsi universitari, medicina per prima, ma anche fisioterapia, tecnico di radiologia, etc… Ne consegue che, in media, gli infermieri laureati dopo 3 anni sono circa il 30% in meno di quelli iscritti.

“Il paradosso dell’incremento dei posti disponibili per il Corso di Laurea in Medicina – proseguono i sindacalisti della UILsta determinando un ulteriore impoverimento nella scelta di questa professione. Come annunciato di recente dal Ministro Bernini, solo quest’anno sono stati incrementati di circa 4000 i posti disponibili in tutta Italia i posti dall’anno accademico 2023-2024. La conseguenza è che gli studenti optano con più facilità per un percorso di studi che dura sicuramente di più, ma inevitabilmente più redditizio a lungo termine”.

Numero massimo di posti per corso di laurea nelle diverse sedi gestite dall’Università di Padova – si evidenzia come le preiscrizioni per la sede di Mestre/Mirano siano il 65% dei posti disponibili (130 su 200), mentre quello della sede di Portogruaro sia addirittura del 32% (32 su 100)


QUALCHE RIFLESSIONE – Perché siamo arrivati a questo punto?

  1. Una sbagliata programmazione formativa: da molti anni sollecitavamo una revisione del numero chiuso, o quantomeno di incrementare i posti disponibili ai corsi di laurea, iniziativa che avvenuta solo qualche anno fa, ma sempre in numero insufficiente rispetto alle esigenze. Da anni, l’Ordine degli Infermieri OPI e il Sindacato sollecitava una profonda revisione dell’impianto per agevolare le immatricolazioni e creare appetibilità al corso di laurea. Il numero chiuso negli anni scorsi, di fatto ha scoraggiato molti potenziali ragazzi lusingati da un percorso di studi che è ricco di soddisfazioni e prospettive, facendogli preferire altre carriere in ambito sanitario, ma non solo.
  2. L’infermiere è diventata ormai una professione poco attrattiva, sono sempre meno i giovani che vogliono intraprendere un percorso di studi che è impegnativo, ma che, forse non è noto, darà sicuramente sbocchi professionali immediati sia nell’ambito del lavoro pubblico che rispetto alla libera professione.
  3. La vocazione, ovvero la passione e propensione che spinge a intraprendere questo mestiere. Sono cresciute le responsabilità insieme alle competenze senza un’adeguata valorizzazione della professione sia in termini economici che di riconoscimento da parte della popolazione. Il ruolo dell’infermiere continua ad essere visto ancora come subordinato, tant’è che spesso viene chiamato paramedico, un vocabolo che ne sminuisce la professione e l’identità. Non parliamo delle continue aggressioni che il personale subisce, non solo che lavora nei pronti soccorso in prima linea, ma anche per coloro che operano nelle psichiatrie e sedi distrettuali.
  4. Il Covid ha stravolto le priorità: se prima del 2019 era il posto pubblico, per dirla alla Zalone, l’obiettivo del neo laureato in Scienze Infermieristiche, da quando nel mercato si sono imposte le cooperative a gestire pezzetti di Sanità Pubblica, il meccanismo si è rovesciato, e sono sempre più frequenti le dimissioni, anche di professionisti ultracinquantenni, che abbandonano il lavoro sicuro nel posto pubblico per dedicarsi alla libera professione.
  5. Gli stipendi: c’è poco da fare, un infermiere guadagna troppo poco rispetto ad un collega di altri paesi europei, la conseguenza è anche che molti professionisti provenienti dall’Est o anche dal Sud America preferiscono scegliere Inghilterra, Germania, Francia o anche la stessa Spagna, dove il lavoro viene remunerato di più. In Italia un infermiere guadagna 28.000€ annui lordi, a fronte dei quasi 40.000€ del collega francese o 54.000€ di quello tedesco.
  6. Sono ancora molte le limitazioni e i vincoli rispetto alla possibilità di esercitare la libera professione: la recente norma prevista dall’art.13 del DL 34 del marzo 2023 è ancora troppo rigida e comporta costi aggiuntivi quali la necessità di stipulare un’assicurazione per colpa grave o di iscriversi necessariamente all’ENPAPI – l’Ente di Previdenza degli infermieri libero professionisti, che di fatto scoraggia questa scelta.

QUALCHE NUMEROGli infermieri in Veneto sono circa 33.000, dei quali circa 23.000 operano in Sanità Pubblica, e poco meno di 10.000 distribuiti tra Ospedali Privati, le 351 Case di Riposo e altri contesti Territoriali. La stima è di una carenza di circa 1200-1300 infermieri, con criticità importanti soprattutto nel Veneto Orientale e nelle zone montane.

Nel territorio veneziano sono circa 6570 gli iscritti all’Ordine Professionale degli Infermieri (OPI), un dato che corrisponde grossomodo al personale che opera nel territorio provinciale. In ASL 3 sono circa 3380 gli infermieri in servizio (a fronte di un fabbisogno di 3520 – DDG dell’Ulss 3 Serenissima n°348-2022), e poco più di 1000 in ASL 4. Va sottolineato che nel Veneto Orientale è già scaduta la graduatoria per infermieri di recente deliberata da Azienda Zero. A questi vanno aggiunti coloro che lavorano nei 5 Ospedali Privati (Villa Salus, Policlinico San Marco, Fatebenefratelli, IRCSS San Camillo e Casa di Cura Rizzola) oltre alle circa 40 Ipab e Case di Riposo gestite da cooperative. Da una nostra analisi mancano non meno di 150-200 unità per continuare a garantire il rispetto dei minimi assistenziali.

L’età media di un infermiere è elevata, oltre i 50 anni, ma bisogna tenere presente anche delle numerose prescrizioni e di conseguenza le inevitabili limitazioni che questo lavoro negli anni comporta, per cui non sono rari i casi nei quali, specie nel pubblico, l’infermiere è stato assegnato ad altre attività compatibili con il suo stato di salute.Riteniamo che l’avvio delle Case di Comunità nel territorio sia un’iniziativa lodevole e di prospettiva, ma che allo stato attuale non possa venire garantita proprio dalla pesantissima carenza di professionisti sul mercato, a meno che il sistema pubblico non si indebiti ulteriormente attraverso il purtroppo noto meccanismo di convenzione con le cooperative con costi che rischiano di diventare spropositati e con la difficoltà di verificare la qualità dei servizi erogati agli enti appaltanti.


CONCLUSIONIUno scenario che non è mai stato così preoccupante, per l’immediato e in prospettiva. Il proliferarsi dei Centri di Medicina privati nel territorio, come quello che stanno costruendo in zona Terraglio poco lontano dall’Ospedale dell’Angelo, rischia di dare il colpo di grazia alla tenuta del sistema. C’è bisogno di investire di più sul personale. C’è la necessità di garantire stipendi adeguati attraverso contratti di lavoro realmente appetibili. C’è bisogno di continuare a investire sul sistema salute da parte dello Stato ma anche della nostra regione. Il rischio è, davvero, quello di dover abdicare al privato, dove solo chi può riesce a garantirsi le cure. Allora avremmo davvero fallito.

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🔹UILFORMAZIONE 🔹

Con questo ultimo corso si conclude il programma di formazione per l’anno 22-23.

Per tutti gli iscritti alla UIL FPL di Venezia la partecipazione ai corsi è gratuita. Se non sei ancora iscritto, vai alla pagina di iscrizione o contatta la segreteria per conoscerne i vantaggi.

Per iscriversi al corso visita la pagina https://www.uilfplvenezia.it/corsi/ e segui le istruzioni

Formazione OSS

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Venezia, 3 marzo 2023 – Si è svolto questo pomeriggio, alla presenza dell’Assessore Manuela Lanzarin e del nuovo Segretario alla Sanità e Sociale Massimo Annicchiarico, un incontro con le Organizzazioni Sindacali è stato sottoscritto un accordo che impegna le parti ad affrontare e trovare soluzione, a temi delicati quali le aggressioni e delle dimissioni del personale, con particolare attenzione al clima e benessere organizzativo.

Ecco in sintesi i contenuti dell’accordo:

🔹 FONDI CONTRATTUALI – viene riconosciuto l’incremento dei fondi nella quota massima prevista dagli artt.102-103 del nuovo CCNL 2019-2021 relativa al personale in servizio al 31.12.2018. Si tratta di un incremento pro-capite pari a 145,53€ che si sommano ai 68,41€ per un totale di oltre 12.000.000€ da suddividere per tutte le ULSS, Aziende e IOV. Tale possibilità viene resa possibile solamente nelle regioni che hanno raggiunto il pareggio di bilancio.

🔹 BENESSERE ORGANIZZATIVO – i Direttori Generali dovranno individuare 3 obiettivi aziendali per aumentare il benessere lavorativo dei propri dipendenti, sulla base degli esiti del questionario sulla rilevazione del clima appena concluso.

🔹 AGGRESSIONI AL PERSONALE – visto l’incrementarsi dei fenomeni di aggressioni al personale, abbiamo condiviso l’opportunità di approfondire questa tematica e proporre idonee misure di intervento.

🔹 RISCHIO LAVORATIVO E RISCHIO CLINICO – l’impegno è quello di fare in modo che vengano attivati dalle Aziende specifici protocolli e DVR per la gestione dei rischi.

🔹 CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA – le Aziende verranno invitate a procedere con sollecitudine nell’applicazione degli istituti previsti dal nuovo CCNL, con particolare riguardo al sistema degli incarichi.

🔹 ORGANISMI PARITETICI  – la Regione verificherà l’attivazione degli Organismi Paritetici nelle Aziende.

Presenti al tavolo per la UIL FPL Veneto, il Segretario Generale Mario Ragno e i consueti componenti del tavolo Francesco Menegazzi, Luca Molinari ed Hena Da Silva Velotti. 

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La UIL FPL Venezia organizza, in collaborazione con la Segreteria UIL FPL Nazionale, un Corso accreditato ECM sul nuovo contratto della sanità. Il programma sarà così articolato:

  • Nuovo Ordinamento Professionale: dalle Categorie alle Aree;
  • Sistema degli Incarichi;
  • Fondi contrattuali e Sistema delle Indennità;
  • Rapporto di Lavoro;
  • Lavoro a Distanza;
  • Relazioni sindacali;
  • Formazione del personale;
  • Question Time: confronto/dibattito tra pubblico ed esperto

Il corso si svolgerà mercoledì 22 marzo dalle opre 9.00 alle ore 16.00 presso la sala Grande del Forte Marghera a Mestre ed è gratuito per gli iscritti alla UIL FPL.

Il corso è aperto a tutti e accreditato ECM per i primi 50 iscritti, verrà comunque rilasciato attestato di partecipazione.

Per iscrizioni e informazioni visitate la nostra pagina dedicata cliccando qui https://www.uilfplvenezia.it/corsi/
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Locandina CCNL Sanita 2023

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Venezia, 23 novembre 2022 – Nel pomeriggio di oggi 23 novembre abbiamo sottoscritto l’accordo con la Regione Veneto per il riconoscimento dell’indennità prevista dall’art 107 comma 4 a tutto il personale dei Pronti Soccorso e Suem.
In sintesi l’accordo prevede:
👉 distribuzione delle risorse sulla base del numero dei dipendenti assegnati
👉 riconoscimento 80€ in acconto al personale di tutte le categorie e ruoli stabilmente assegnato ai PS, Suem e PS pediatrici definiti da DGR 614-2019
👉 l’indennità verrà corrisposta mensilmente in base alla reale presenza in servizio fatte salve le assenze per ferie o permessi retribuiti
👉 a gennaio saranno corrisposti gli arretrati che decorrono dal 1.1.2022

📍L’accordo ha valenza biennale 2022-2023, i residui di ogni anno verranno distribuiti dalle Aziende previo accordo con le OOSS entro marzo dell’anno successivo.

Clicca qui per scaricare il volantino.

Volantino PS

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Come annunciato la scorsa settimana, lo scorso 2 novembre è stato sottoscritto all’Aran il contratto definitivo della Sanità pubblica per il triennio 2019-2021.
🏁Un punto di partenza e non di arrivo: in breve tempo presenteremo al Governo la nuova piattaforma contrattuale per il triennio 2022-2024.
Valorizzazione delle competenze, rivalutazione salariale, maggiori diritti e tutele: una trattativa lunga ma che soddisfa le attese e le giuste aspettative di circa 550.000 lavoratrici e lavoratori della Sanità pubblica.
Qualche informazione:
🔹️Gli arretrati tabellari avranno decorrenza dal 01 Gennaio 2019.
🔹️Gli arretrati delle nuove indennità di specificità per gli infermieri, per gli altri professionisti sanitari e socio-sanitari e per gli OSS, previste dalla Legge di Bilancio 2020, avranno decorrenza dal 01 Gennaio 2021.
🔹️Per chi invece, lavora nei Pronto Soccorso, sono previsti arretrati dal 01 Gennaio 2022, così come previsto dalla Legge di Bilancio 2021 che ha individuato una specifica indennità dal valore iniziale di 40€ mensili che saranno conguagliati successivamente all’esito del confronto regionale.
🔹️Gli arretrati, le indennità e l’adeguamento tabellare verranno verosimilmente erogati con la mensilità di dicembre, al fine di evitare, per coloro che ne abbiano diritto, di perdere il beneficio del bonus dei 150€ previsti dal DL Aiuti-ter.
 
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Mestre, 24 ottobre 2022 – Quando nel corso degli anni abbiamo denunciato il problema legato alle carenze del personale chiedendo di considerare la necessità di operare nell’ambito di una diversa programmazione in termini di fabbisogni, di eliminare i vincoli alle assunzioni operando un piano straordinario di occupazione e di incrementare le retribuzioni forse i legislatori nazionali e locali pensavano che “gridassimo attenti al lupo” – affermano Ivan Bernini, Mary Pallaro e Mario Ragno segretari generali di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL del Veneto.

Le cronache di queste settimane portano tutti a fare i conti con problemi reali che a questo punto richiedono di essere affrontati sia nell’immediatezza che per il futuro da parte del legislatore nazionale.  Le dinamiche che stanno determinando “dimissioni” del personale dalle strutture pubbliche verso strutture private o, paradossalmente, la fuga dall’Ente pubblico per poi farsi riassumere dallo stesso Ente
attraverso contratti libero professionali richiedono che il legislatore nazionale, omogeneamente su tutto
il territorio nazionale, decida degli interventi. A meno che qualcuno non ritenga, e noi non siamo di questo avviso, che si possano ridurre prestazioni e volumi di attività nel servizio sanitario nazionale favorendo anche per questa via la privatizzazione del sistema salute.

Per il futuro avanzeremo le nostre proposte al Governo nel corso della manifestazione nazionale che
svolgeremo a Roma sabato 29 ottobre assieme anche ad altre organizzazioni sindacali del comparto della
sanità.

Nell’immediato riteniamo che il ricorso a libero professionisti nella garanzia dei LEA da parte delle Ulss e delle strutture pubbliche (Ipab incluse) con compensi “contrattati obtorto collo” dalle Direzioni – pena
l’interruzione di pubblico servizio – generi conflitto rispetto alle leggi vigenti in materia di intermediazione e interposizione di manodopera e, contestualmente, generi una emulazione che aggraverà la fuga di personale oltre che peggiorare le condizioni materiali e di lavoro dei dipendenti. I l tema non riguarda solo i medici specialisti ma anche il personale di comparto a partire da Infermieri e Operatori Socio Sanitari.

Le soluzioni “emergenziali tampone”? introdurre una norma che dica chiaramente che il valore economico del costo orario di qualsiasi rapporto libero professionale non può superare il costo del lavoro
di un dipendente. Diversamente accade quanto si sta verificando nei Pronto Soccorso: fatto l’accordo con
la Regione sui 100 €/ora per prestazioni dei dipendenti i liberi professionisti hanno cominciato a chiederne non più 100 ma 120. Al tempo stesso, e riteniamo che già nella prossima Legge di Stabilità debbano esservi le risorse, assumere la consapevolezza che serve incrementare le retribuzioni ed il lavoro nelle Pubbliche Amministrazioni.

Siamo anche convinti, per quanto questo possa piacere poco ai teorici del “libero mercato” e “della
concorrenza tra simili” che è oggi che serve un cambio di passo che affermi che la Salute non è disponibile al mercato e che è tempo di arrivare a un contratto di settore che tolga elementi di competizione sui salari, sui diritti e sulle condizioni di lavoro delle persone – concludono Bernini, Pallaro e Ragno.

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Roma, 25 luglio 2022 – “In queste ore stanno circolando notizie fuorvianti in merito allo stop e a una possibile revisione del rinnovo del CCNL della Sanità Pubblica, la cui Ipotesi è stata appena firmata,  a causa dello scioglimento delle Camere e della caduta del Governo Draghi. Queste notizie che circolano senza un fondamento di verità rischiano solo di acuire la tensione e la preoccupazione tra le lavoratrici e i lavoratori della sanità, già messi a dura prova dagli anni di stress psico-fisico derivanti dai problemi ed enormi difficoltà legate alla gestione della pandemia” Così Michelangelo Librandi, Segretario Generale della UIL-FPL.

“Stiamo aspettando l’ok definitivo della Ragioneria di Stato e della Corte dei Conti, un passaggio obbligatorio a prescindere dalla stabilità politica e dalle imminenti elezioni, dopo di che verrà firmato il Contratto che sarà pienamente esecutivo – continua Librandi, che afferma – è importante, inoltre, concludere in breve tempo e con le nostre richieste all’interno del testo, la trattativa per il rinnovo del CCNL delle Funzioni Locali.”

(fonte UIL FPL Nazionale)

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