foto (in posa) della posa della prima pietra
Mestre, 7 gennaio 2025 – Con grande enfasi mediatica viene pubblicizzata la prossima apertura della nuova sede del Centro di Medicina, per il quale com’è noto è prevista l’inaugurazione domani 8 gennaio – supponiamo alla presenza delle più importanti autorità cittadine – che sarà ubicata nei pressi del Supermercato IperLando, a due passi dall’Ospedale di Mestre.
La nuova struttura viene definita dall’Amministratore Delegato Vincenzo Papes, “una clinica tascabile, capace di erogare una grande qualità di servizi in convenzione con il Sistema Sanitario Regionale e in Libera Professione, dove verranno svolte diverse prestazioni che vanno dall’attività ambulatoriale alla diagnostica, dalla chirurgia alla riabilitazione”. In meno di 2 anni, si è riusciti a mettere in piedi una struttura imponente e modernissima, che si aggiunge alle altre sedi già esistenti nel territorio veneziano in Viale Ancona, viale Hayez e viale Garibaldi.
“Un’operazione commerciale e imprenditoriale che di fatto rappresenterà il colpo di grazia alla Sanità Pubblica nel nostro territorio – afferma Francesco Menegazzi Segretario Generale UIL FPL Venezia – perché è prevista l’assunzione di numerosi professionisti sanitari, non solo medici, ma anche infermieri, tecnici di laboratorio e radiologia e fisioterapisti, ed è ipotizzabile l’ennesima fuga dalle strutture pubbliche dell’Ulss 3 Serenissima. Ci chiediamo con quale logica e criterio sia stata concessa l’autorizzazione e garantita la convenzione, per aprire un centro così importante e sicuramente performante a due passi da uno degli Ospedali più importanti della Regione e che nessuno si stia rendendo conto della reale concorrenza che tale struttura determinerà con il Sistema Sanitario Pubblico.”
Sono moltissimi i professionisti sanitari come appunto infermieri, fisioterapisti, tecnici di laboratorio e radiologia, oltre naturalmente a medici, che in questi anni, soprattutto nel 2024, hanno abbandonato il SSR preferendo il regime di libera professione che non li costringe a vincoli contrattuali e dove il regime fiscale è più conveniente. La carenza di organico nei reparti sta raggiungendo livelli drammatici soprattutto a causa della difficoltà di reperire infermieri, le graduatorie di concorso vengono esaurite in pochissimo tempo e cresce l’età media del personale che ha superato i 50 anni di età (era 45,6 nel 2019).
La professione infermieristica in particolare, ma quasi tutte le professioni sanitarie in generale, è sempre meno attrattiva, anche a causa di stipendi poco dignitosi, e il numero di giovani che si iscrivono ai diversi corsi di laurea rischia addirittura di essere inferiore ai posti disponibili. Dai dati forniti dalla Regione Veneto, mentre la carenza di medici dovrebbe progressivamente attenuarsi nei prossimi anni, tenuto conto del forte incremento degli iscritti al relativo corso di laurea, si prospetta in particolare per il personale infermieristico una forte carenza nel SSR pubblico che perdurerà nei prossimi dieci anni. Stando alla proiezione più ottimistica la carenza stimata di circa 3000 infermieri a partire dal 2029 durerà circa 10 anni.
“Quello che succederà, è che nei prossimi anni si rischia di non riuscire a garantire un livello di assistenza adeguato – conclude Menegazzi – e per questo motivo siamo davvero molto preoccupati della tenuta del SSR, in particolar modo nel nostro territorio dove, con questa operazione imprenditoriale, benedetta nel marzo 2023 all’epoca della posa della prima pietra anche dal Sindaco Brugnaro e da altri componenti della Giunta ma anche dai vertici dell’Ulss 3, si rischia davvero di dare il colpo mortale alla Sanità Pubblica nella Terraferma Veneziana.”
Per questo motivo, a nostro parere, non c’è niente da festeggiare.